ORSA Trasporti - Commissione Trasporti

INTENVENTO DEL SEGRETARIO ORSA TRASPORTI LOMBARDIA - ROBERTO DE FERDINANDO

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AUDIZIONE REGIONE LOMBARDIA DEL 09/10/2025 O.D.G: SICUREZZA LUNFO LA TRATTA FERROVIARI MILANO LODI

Buongiorno Onorevoli componenti della commissione come Segretario del sindacato ORSA Trasporti, mi rivolgo a voi con senso di responsabilità e profonda preoccupazione per il ruolo che le stazioni ferroviarie stanno assumendo nel nostro tessuto urbano e sociale.

Le stazioni come spazio urbano e presidio di sicurezza

Le stazioni ferroviarie non sono più semplici luoghi di transito. Oggi, molte si trovano nel cuore pulsante delle città e devono essere ripensate come beni comuni, centri di socialità, presidi di sicurezza. Questo implica una revisione profonda della loro architettura funzionale e urbanistica, affinché diventino spazi vivi, sicuri e integrati.

Urbanistica e presidio sociale

Una stazione ben progettata è una piazza pubblica. Illuminata, decorosa, sorvegliata, frequentata. Ma questo non può avvenire senza una cabina di regia condivisa: enti locali, ferrovie, urbanisti e
forze dell’ordine devono collaborare per definire l’“ambiente stazione”. Non tutte le attività generano lo stesso clima sociale. Una discoteca o un fast food aperto h24 possono accentuare disordini. Al
contrario, uffici postali, ristoranti, librerie, negozi di abbigliamento favoriscono una frequentazione stabile, rispettosa, civile.

Sicurezza percepita e reale

La sicurezza non si garantisce con le sole telecamere. Serve presenza umana, personale visibile, formato, pronto a intervenire. Il treno è un ambiente mobile. Intervenire su un convoglio in movimento richiede strategie operative dedicate. Attendere 30 o 40 minuti per un intervento su un treno regionale è inaccettabile. La sensazione di impunità nasce quando la sorveglianza non è accompagnata da azioni concrete. Le telecamere devono essere strumenti di intervento, non solo di registrazione.

Il limite della gestione privatistica

La deriva privatistica nella gestione delle aziende che offrono un servizio pubblico ha prodotto tagli sistematici al personale, in nome di una presunta produttività. Un esempio emblematico è il capotreno: un tempo erano in due, oggi spesso è una sola persona a bordo, responsabile della sicurezza di oltre mille passeggeri. Domani, in un futuro ormai prossimo, la nuova regolamentazione europea dei processi ferroviari apre la strada all’eliminazione di questa figura fondamentale. La sicurezza non può essere considerata un costo da ridurre. È un investimento strategico, una garanzia di qualità del servizio, un pilastro della fiducia dei cittadini.
Per questo chiediamo che le istituzioni si facciano carico di questa visione. Che si apra un tavolo permanente di confronto. Che la politica, tutta, abbia il coraggio di difendere il principio dei contratti di riferimento, e che tutte le società siano tenute ad applicarli, evitando differenze e corse al ribasso. Oggi, purtroppo, la normativa vigente consente l’esatto contrario. Ecco perché, in questa assise partecipata da autorevoli rappresentanti istituzionali e politici, mi auguro di poter sensibilizzare su un tema cruciale per la nostra organizzazione: la difesa della sicurezza, della dignità del lavoro, e della coerenza contrattuale nel trasporto pubblico ferroviario.

Grazie.

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